Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 30 marzo 2010 Si apprende oggi dagli Organi di stampa dell’imponente utile di esercizio delle centrali idroelettriche di proprietà di HDE, società controllata da Dolomiti Energia, utile che potrà ora essere distribuito ai soci. Ebbene, ci piace ricordare che se la nostra proposta di mozione, approvata dal Consiglio provinciale il 23 aprile 2008 (allegata al presente comunicato), fosse stata attuata, forse oggi Dolomiti Energia sarebbe una public company e l’utile prodotto dalle centrali di HDE, con l’acqua di tutti i trentini, potrebbe essere distribuito a migliaia e migliaia di cittadini, piccoli imprenditori, enti locali. Invece se lo spartiranno in pochi “privilegiati”, e che i trentini che vogliono investire acquistino pure azioni e obbligazioni nel resto del mondo. Il giorno in cui Dolomiti Energia diverrà public company sarà sempre tardi… Cons. Roberto Bombarda LA MOZIONE «Aprite ai cittadini»da l'Adige di giovedì 1 aprile 2010 La mozione di Roberto Bombarda in consiglio provinciale - approvata nella scorsa legislatura (ndr) - chiedeva, già prima della costituzione delle due new.co con Enel e Edison, di «verificare la possibilità, direttamente e tramite Tecnofin Trentina spa, di trasformare Dolomiti Energia spa in una public company o di fare in modo che futuri aumenti di capitale sociale di Dolomiti Energia spa possano essere sottoscritti anche da un ampio numero di cittadini e di piccole imprese residenti in Trentino, affinché la partita della gestione delle risorse idriche e della produzione idroelettrica dei prossimi decenni possa vedere la partecipazione diretta ed il protagonismo di tutti i cittadini e di tutte le piccole imprese interessate, in aggiunta agli enti pubblici ed alle principali imprese, pubbliche e private anche non trentine, fin qui coinvolte». (...) il consigliere verde Roberto Bombarda, commenta: «Mozione inattuata, mentre si celebra la distribuzione di utili a pioggia agli amici ed ai più scaltri e non a tutti i trentini intenzionati ad investire nell’utilizzo di uno dei nostri beni più preziosi, cioè l’acqua che finisce nelle turbine. Continuerò a chiedere perché il signor Rossi non possa diventare socio di De e magari, attraverso un sindacato di piccoli azionisti, non possa determinarne le scelte, mentre i milanesi-bresciani di A2A, Comuni che non c’entrano nulla con la risorsa idroelettrica, amici dell’alta finanza e la Curia trentina possano spartirsi milioni di utili derivanti dall’impiego di risorse della collettività».
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ROBERTO
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